Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione: intersezionalità

Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone. - Italo Calvino, Le città invisibili

Ogni scuola può modellarsi in risposta alla complessità e alla diversità delle esperienze dei suoi studenti.

Creare una scuola inclusiva, applicare il motto di Hugo che dà il titolo a questa riflessione si può, non a chiacchiere. Si può: basta studiare e applicare la Teoria Intersezionale nell'istruzione.
Integrare temi di diversità, equità e inclusione nello studio è un passo essenziale. La didattica può riflettere la varietà di prospettive culturali, razziali e di genere, promuovendo una comprensione più ampia e inclusiva della realtà.
Creare politiche scolastiche che riflettano un impegno per l'equità e l'inclusione è cruciale.
Nella nostra epoca, un'epoca di cambiamenti rapidissimi, sia tecnologici sia sociali sia culturali, l'educazione deve evolvere per misurarsi con la complessità delle identità e delle esperienze degli studenti.
La scuola non si impegna abbastanza a diventare un modello di inclusività integrata. Potrebbe farlo applicando i principi della teoria intersezionale sviluppata da Kimberlé Crenshaw.
Kimberlé Crenshaw, professoressa di diritto presso la UCLA e la Columbia Law School, è una figura di spicco nel campo dei diritti civili, della teoria legale femminista nera e dello studio della razza, del razzismo e del diritto. Il suo lavoro è stato fondamentale per due campi di studio che ha contribuito a definire: la teoria critica della razza e l'intersezionalità.
Questo approccio riconosce come le diverse categorie sociali – genere, razza, classe, orientamento sessuale, abilità e altre – si intersechino, influenzando le esperienze individuali e collettive.
La teoria intersezionale è consente di comprendere come le varie identità degli studenti influenzino la loro esperienza educativa. Ad esempio, una studentessa nera senza disabilità vivrà l'esperienza scolastica in modo diverso rispetto a un compagno di classe asiatico con disabilità. Riconoscere queste differenze permette di creare un ambiente educativo più giusto ed equo, dove ogni studente può sentirsi valorizzato e supportato.
Adottare misure che promuovano l'accesso equo alle risorse educative e il supporto per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro identità, è un passo essenziale.
Kimberlé Crenshaw ha aperto la discussione sul doppio vincolo affrontato dalle vittime di pregiudizi razziali e di genere simultanei. Il suo contributo intellettuale ha trasformato la comprensione dell'uguaglianza e dell'inclusione, rendendo la teoria intersezionale un elemento essenziale per affrontare le complessità delle identità multiple nelle nostre società.

2+2 fa ∞
Applicare la teoria intersezionale a scuola significa costruire un ambiente educativo dove ogni studente può esprimere la propria identità in modo autentico e senza timore di discriminazione. Questo impegno verso l'inclusività non solo arricchisce l'esperienza educativa, ma contribuisce anche a formare cittadini più consapevoli e responsabili. Jean-Paul Sartre scrisse che l'uomo è condannato a essere libero: educare all'inclusività significa fornire agli studenti gli strumenti per esercitare questa libertà in modo pieno e consapevole.
Da sempre l'educazione che vale è l'educazione che libera, include, valorizza e potenzia. L'educazione che non vogliamo è l'educazione che esclude.
Melfi, domenica 23 giugno 2024
Francesco Verderosa