Dover essere, poter essere, voler essere

Dover essere (Sollen), è il concetto kantiano che si colloca al cuore della sua etica deontologica. Kant distingue chiaramente tra ciò che è (Sein) e ciò che dovrebbe essere (Sollen).
Secondo il filosofo, l'azione morale non si fonda sulle conseguenze, ma sulla conformità a una legge morale universale che si manifesta attraverso il dovere. Questa legge morale è espressa attraverso l'imperativo categorico, che ordina agli individui di agire solo secondo massime che possono essere universalizzate. Il "dover essere" kantiano, quindi, rappresenta un principio normativo che orienta l'agire etico sulla base della ragione.Ripenso ora a Marco Aurelio, imperatore e filosofo stoico, dove trovo una prospettiva diversa.
Nelle sue meditazioni, Marco Aurelio riflette sulla natura dell'essere umano e il suo posto nel cosmo. L'imperatore filosofo enfatizza la necessità di vivere secondo natura, accettando il destino (fatum) e cercando di mantenere la tranquillità dell'animo (ataraxia).
Il dovere, per Marco Aurelio, non è tanto un obbligo morale astratto, ma un'adesione serena e razionale alle leggi naturali e al proprio ruolo nel mondo. Per lui, l'essere umano può sviluppare la virtù attraverso l'autodisciplina e la riflessione costante, accettando la realtà e lavorando per il bene comune.

Ora, integrando queste prospettive, si sviluppa il nostro concetto di "poter essere" e "voler essere".

Poter essere rappresenta le possibilità intrinseche dell'individuo, le sue potenzialità e capacità latenti che possono essere sviluppate attraverso l'azione e l'apprendimento.
Questo concetto si lega strettamente all'idea di evoluzione e adattamento, poiché l'essere umano, attraverso l'esperienza e la riflessione, può trasformarsi e crescere. È l'espressione della libertà e delle risorse interne di un individuo di realizzare ciò che è possibile, in armonia con le proprie inclinazioni e talenti.

Voler essere, per me, rappresenta la dimensione della volontà e del desiderio.
È l'aspirazione a un ideale, la spinta interiore che guida l'individuo verso la realizzazione di sé stesso in conformità con i propri valori e obiettivi.
Questo mio concetto si lega profondamente all'idea di un progetto di vita che non è determinato solo dalle circostanze esterne o dalle imposizioni morali, ma dal proprio sentire e volere autentico.

2+2 fa infinito
Mentre il "dover essere" kantiano impone una struttura normativa basata sulla ragione e sull'imperativo morale, il "poter essere" e il "voler essere" aprono spazi di libertà e creatività individuale, rispettivamente radicati nelle capacità personali e nelle aspirazioni intime.

Adesso, possiamo vedere queste tre categorie come livelli interconnessi della nostra esperienza morale e esistenziale: il dover essere come guida normativa, il poter essere come espressione delle nostre possibilità e il voler essere come manifestazione delle nostre aspirazioni più profonde. Questi concetti, integrati, offrono una visione complessa e Iniziamo dal concetto kantiano di "dover essere" (Sollen), che si colloca al cuore della sua etica deontologica. Kant distingue chiaramente tra ciò che è (Sein) e ciò che dovrebbe essere (Sollen). Secondo lui, l'azione morale non si fonda sulle conseguenze, ma sulla conformità a una legge morale universale che si manifesta attraverso il dovere. Questa legge morale è espressa attraverso l'imperativo categorico, che ordina agli individui di agire solo secondo massime che possono essere universalizzate. Il "dover essere" kantiano, quindi, rappresenta un principio normativo che orienta l'agire etico sulla base della ragione.

Passando a Marco Aurelio, imperatore e filosofo stoico, troviamo una prospettiva diversa. Nelle sue "Meditazioni", Marco Aurelio riflette sulla natura dell'essere umano e il suo posto nel cosmo. Egli enfatizza la necessità di vivere secondo natura, accettando il destino (fatum) e cercando di mantenere la tranquillità dell'animo (ataraxia). Il dovere, per Marco Aurelio, non è tanto un obbligo morale astratto, ma un'adesione serena e razionale alle leggi naturali e al proprio ruolo nel mondo. Per lui, l'essere umano deve sviluppare la virtù attraverso l'autodisciplina e la riflessione costante, accettando la realtà e lavorando per il bene comune.

Ora, integrando queste prospettive, possiamo sviluppare il nostro concetto di "poter essere" e "voler essere".

Poter essere rappresenta le possibilità intrinseche dell'individuo, le sue potenzialità e capacità latenti che possono essere sviluppate attraverso l'azione e l'apprendimento. Questo concetto si lega strettamente all'idea di evoluzione e adattamento, poiché l'essere umano, attraverso l'esperienza e la riflessione, può trasformarsi e crescere. È l'espressione della libertà e delle risorse interne di un individuo di realizzare ciò che è possibile, in armonia con le proprie inclinazioni e talenti.

Voler essere, invece, rappresenta la dimensione della volontà e del desiderio. È l'aspirazione a un ideale, la spinta interiore che guida l'individuo verso la realizzazione di sé stesso in conformità con i propri valori e obiettivi. Questo concetto si lega profondamente all'idea di un progetto di vita che non è determinato solo dalle circostanze esterne o dalle imposizioni morali, ma dal proprio sentire e volere autentico.

Quindi, mentre il "dover essere" kantiano impone una struttura normativa basata sulla ragione e sull'imperativo morale, il "poter essere" e il "voler essere" aprono spazi di libertà e creatività individuale, rispettivamente radicati nelle capacità personali e nelle aspirazioni intime.

In sintesi, possiamo vedere queste tre categorie come livelli interconnessi della nostra esperienza morale e esistenziale: il "dover essere" come guida normativa, il "poter essere" come espressione delle nostre possibilità e il "voler essere" come manifestazione delle nostre aspirazioni più profonde. 
È una visione dell'etica e dell'essere umano che, partendo dai verbi servili della lingua italiana, volere, potere e dovere, è in grado di navigare tra doveri morali, potenzialità personali e desideri.
Lucca, giovedì 11 luglio 2024
Francesco Verderosa