El Cid Campeador

Salvatore Brindisi
 
Rodrigo Diaz de Vivar, noto meglio come El Cid Campeador o più semplicemente El Cid, fu un generale e paladino spagnolo, simbolo della Reconquista della penisola iberica a danno degli arabi, che la controllavano da ormai più di tre secoli.
 
Rodrigo nacque intorno al 1043 a Valencia da Diego Lainez e Teresa Rodriguez, in un paesino incastonato tra le montagne nei pressi di Burgos di nome Vivar, da cui l’eroe prende appunto il nome.  
 
Rodrigo non ebbe un'infanzia facile: rimase orfano del padre a soli 15 anni, crebbe nella corte di Ferdinando I di Léon assieme al principe Sancho, futuro re di Castiglia con il nome di Sancho II.
 
Rodrigo fu investito cavaliere all'età di 18 anni, nella chiesa di Santiago de los Caballeros, a Zamora, da Dona Urraca, futura signora della città.  
 
La carriera militare del giovane Rodrigo ebbe inizio quando partì insieme al suo amico Sancho e allo zio Ramiro I per difendere la Taifa di Saragozza dagli arabi.
 
Partecipò anche alla battaglia per la conquista del paese di Graus, nella quale Ramiro morì. Ciò nonostante, Rodrigo e Sancho riuscirono a vincere la battaglia. In quell’occasione, Rodrigo si guadagnò il titolo di Campeador per aver risolto una disputa sulla distribuzione del territorio attorno ad alcuni castelli, scoppiata tra alcuni generali dell’esercito.
 
Rodrigo rimase al fianco di Sancho tra gli anni 1063 e 1072. Dopo che Sancho salì al trono, nominò Rodrigo alfiere reale e capo dell’esercito.
 
Insieme combatterono una guerra contro il regno di Navarra, la cosiddetta “guerra dei tre Sanchi”, e la vinsero, occupando una parte dei territori conquistati.
 
Combatterono insieme anche una guerra contro Alfonso VI, fratello di Sancho.
 
La guerra era scoppiata a causa dell’eredità del defunto padre Ferdinando, quindi l’intenzione dei fratelli era riunire i territori che un tempo erano appartenuti al loro papà.
 
La guerra fu vinta da Sancho e Alfonso fu catturato e imprigionato, ma la cosa non venne accettata da alcuni nobili leonesi, che si ribellarono affidandosi a Dona Urraca, sorella di Alfonso VI. I leonesi si fortificarono nella città di Zamora.  
 
Durante l’assedio, Bellido Dolfos, amante di Urraca, si finse disertore e allontanò Sancho dalla sua guardia e lo assassinò a tradimento.
 
L’esercito castigliano continuò l’assedio, ma Alfonso VI si precipitò in Léon per garantirsi la successione del fratello senza eredi. La nobiltà castigliana lo accettò come re, ma l’idea che Alfonso fosse stato coinvolto nell’assassinio del re era sempre viva.
 
El Cid, anche lui fedele ad Alfonso come suo re, fu destituito dalla sua carica di alfiere reale, che passò a Garcia Ordonez, conte di Najera.  
 
Rodrigo venne sempre tenuto in ottima considerazione dal re, che gli concesse addirittura in sposa la cugina Dona Jimena.
 
Nel 1079, Rodrigo fu inviato dal re a riscuotere le tasse dal re di Siviglia, che allora era in guerra con il regno di Granada alleato di Garcia Ordonez. Durante la battaglia di Cabra, che si risolse a favore del regno vassallo di Alfonso, Garcia Ordonez e altri suoi commilitoni alleati del regno di Siviglia furono catturati e trattenuti da Rodrigo per ben tre giorni, prima di essere rilasciati su ordine del re.
 
Ritornati alla corte del re Alfonso, El Cid venne visto sempre meno di buon occhio, e nel 1081 fu esiliato dalla Castiglia. Le ragioni dell’esilio non sono ancora chiare, tuttavia si presuppone che Rodrigo fu messo in cattiva luce dagli sconfitti Garcia Ordonez e Pedro Ansurez. Un’altra teoria plausibile è che El Cid fu esiliato per via di una sua campagna militare non autorizzata contro il regno di Granada. Una terza voce dice che Rodrigo fu esiliato per aver segretamente messo mano nel tesoro reale, a cui Alfonso teneva molto.
 
Seguito solo da pochissimi fedeli, Rodrigo si offrì di combattere come mercenario al fianco di tanti piccoli sovrani, ma fu rifiutato quasi sempre. Ebbe fortuna invece offrendosi al sovrano si Saragozza, l’arabo al-Muqtadir.
 
Il servizio di El Cid al fianco di al-Muqtadir non durò molto, poiché il sovrano morì poco tempo dopo. Gli succedette il figlio al-Mu'Tamin, al quale Rodrigo sarebbe rimasto fedele per 10 anni, durante i quali Rodrigo accumulò gloria e ricchezze notevoli.  
 
Durante il suo servizio arabo, El Cid combatté la battaglia di Almenar, che lo vide vittorioso contro il conte Ramòn II di Barcellona. Sconfisse anche il re d’Aragona Sancho Ramirez, costruendo di fatto un vero e proprio regno per al-Mu'Tamin.
 
Nel 1086, la penisola iberica fu devastata dalla apparentemente inarrestabile avanzata degli Almoravidi, popolazione araba proveniente dal Marocco. La terribile orda di guerrieri non tardò a raggiungere anche le porte dei possedimenti di Alfonso VI, che vedendo il suo esercito sbaragliato nella battaglia di al-Zallaqa (meglio nota come battaglia di Sagrajas) fu costretto a richiamare in patria Rodrigo, che accettò dato che anche al-Mu'Tamin aveva da poco lasciato la vita terrena.
 
El Cid riuscì a sottomettere alcuni regni minori alleati con gli Almoravidi e a difendere con successo la città di Valencia, ma il re lo esiliò nuovamente per motivi sconosciuti; stavolta, però, gli confiscò tutti i beni, incluse moglie e figlie, che Rodrigo salvò dalla prigionia poco dopo.
 
Tornò ad allearsi con il sovrano di Saragozza succeduto ad al-Mu'Tamin, il al-Musta'in.
 
Rodrigo e al-Musta'in sconfissero insieme le signorie di Lérida e Barcellona, Facendo nuovamente prigioniero lo sconfitto Ramòn II. Tra i due nacque però una forte amicizia, e Rodrigo donò al suo amico alcune terre, ingrandendo i suoi possedimenti.
 
Nel 1092 la città di Valencia, alleata di re Alfonso, fu minacciata da una controffensiva almoravide. Rodrigo colse l’occasione e si presentò davanti alle sue mura per difenderla e impietosire il re a regalargli il perdono. Non ottenne nulla, sebbene avesse protetto gli alleati del sovrano davanti ai suoi occhi impassibili.
 
El Cid, con l’animo in collera, si recò personalmente dal suo nemico Garcia Ordonez per sfidarlo a duello, ottenendo solo un vile rifiuto che non fece altro che alimentare la sua indignazione.
 
Intanto, nel 1093, il re della protettissima Valencia morì durante una rivolta a favore degli Almoravidi, e Rodrigo si precipitò ad assediarla. Non passò poco tempo fino alla resa del governo autonomo della città.
 
Per il re degli Almoravidi, quella era un’offesa da punire con il sangue. Sfidò quindi El Cid nella battaglia di Cuarte, che avvenne intorno al 21ottobre dell’anno 1094. Gli Almoravidi posero l’assedio sulla città di Valencia, ma Rodrigo tese una sortita agli invasori, scatenando il panico e vincendo la battaglia. Quella fu la battaglia che diede inizio alle sconfitte musulmane in Spagna.
 
Dopo essere stato acclamato re di Valencia, El Cid rafforzò le difese della città e conquistò alcune località strategiche nei pressi della città, in modo da rendersi un bersaglio non facile per le ambizioni espansionistiche degli Almoravidi.
 
Nel 1099 si concluse la vita di Rodrigo Diaz de Vivar, deceduto per inedia durante l’assedio di Valencia da parte dei nemici Almoravidi.
 
Si concluse la storia di un uomo che da solo, nonostante le continue difficoltà e i suoi numerosi esili, si forgiò un regno con l’armatura e la spada, sbaragliando più volte cristiani e musulmani in battaglia, senza distinzione di religione, ma solo di appartenenza a determinati schieramenti politici.
 
Si concluse la vita di El Cid Campeador, il paladino di Spagna.
 
Fonti:
 
Wikipedia, El Cid;
 
Encyclopedia Britannica, El Cid, Biography and Facts;
 
Spagna.cc: La leggenda di El Cid Campeador;
 
ThoughtCo: Biography of El Cid, Medieval Spanish hero