Esercizi di stile: Pinoculus

Vulcano, dio del fuoco, lavorava sodo nella sua fucina divina, nel cuore dell’Etna.

Con il suo martello e la sua ascia decise di creare una creatura unica, scolpita dal legno incantato dell’albero sacro: il pino degli dei.

Così nacque Pinoculus, un titano dal cuore puro ma ribelle.

Vulcano, con il suo amore e la sua dedizione, vedeva in Pinoculus un figlio e nutriva la speranza che un giorno avrebbe trovato la sua strada verso la saggezza e la grandezza.

Appena creato, Pinoculus fu affiancato da Mercurio, il messaggero degli dei, che si incarnò in un piccolo grillo parlante.

Mercurio cercava costantemente di guidare il giovane titano con consigli saggi e avvertimenti, cercando di instillare in lui la prudenza e la saggezza necessarie per navigare il mondo degli dei e dei mortali.

Tuttavia, la natura ribelle di Pinoculus lo portava spesso a ignorare il suo guida, attratto da avventure e scoperte che lo allontanavano dal sentiero tracciato per lui.

In un villaggio ai piedi del Monte Soratte, Pinoculus incontrò Lucignolus, un giovane seguace di Bacco.

Lucignolus, incantato dalla vita di eccessi e libertà, convinse Pinoculus a unirsi a lui in un regno di piaceri sfrenati.

Pinoculus, sedotto dalle promesse di divertimento senza fine, si lasciò trasportare in un mondo dove regnava il caos e la dissolutezza, allontanandosi sempre di più dalla sua missione di trovare la saggezza.

Durante il suo viaggio, Pinoculus si imbatté in Mangiafuoco, un potente deus ex machina modellato a immagine di Saturno, che dominava su un gruppo di attori comici, marionette viventi che intrattenevano gli dei e i mortali con le loro rappresentazioni teatrali.

Mangiafuoco, interveniva improvvisamente sulla scena per risolvere situazioni disperate e complicate, rappresentava il destino inevitabile e il controllo implacabile, mettendo alla prova la volontà e la forza di Pinoculus.

Il giovane titano, nonostante la paura e le difficoltà, iniziò a comprendere l'importanza della libertà e della resistenza contro le forze oppressive che cercavano di incatenarlo.

In un momento di disperazione, Pinoculus fu salvato da Minerva, la dea della saggezza, che lo accolse nel suo santuario. Minerva, con la sua bontà e infinita sapienza, divenne la fata madrina del giovane titano. Sotto la sua guida, Pinoculus iniziò un percorso di sdudio, riflessione e crescita.

La dea gli insegnò a valutare le sue scelte e a comprendere le conseguenze delle sue azioni, instillando in lui un nuovo senso di responsabilità e discernimento.

Mentre Pinoculus continuava il suo cammino, fu inghiottito da Scilla, un mostro marino che rappresentò la sfida più temibila e l’ostacolo più insormontabile.

All'interno del ventre del mostro, Pinoculus trovò Vulcano: era stato mangiato anche lui, mentra navigava alla ricerca della sua creatura, di Pinoculus.

Con ingegno e coraggio, il giovane titano riuscì a liberare sé stesso e il suo creatore, dimostrando la sua crescita e la sua forza.

Questa prova rappresentò un momento cruciale nella trasformazione di Pinoculus, che iniziò a vedere sé stesso non solo come una creatura ribelle, ma come un essere capace di grandi imprese e sacrifici.

Ritornato al santuario di Minerva, Pinoculus si rese conto che il suo viaggio lo aveva trasformato da ribelle titano a un essere saggio e forte. Minerva, orgogliosa della sua crescita, mentre benediceva il suo pupillo, completò la trasformazione di Pinoculus da creatura di legno a un vero dio, degno di sedere tra gli immortali dell’Olimpo.

Pinus, ora un dio della saggezza e della forza, divenne un faro di speranza e guida per altri titani e mortali. La sua storia, una testimonianza di crescita, resistenza e rinascita, fu cantata dagli aedi e celebrata nei templi di tutto il mondo antico.

Roma, domenica 16 giugno 2024               prof. Francesco Verderosa
dedicato a un'amica