Il Re Lebbroso

Baldovino di Gerusalemme è conosciuto con il nome de “il re lebbroso”.

La lebbra che lo colpì giovanissimo e rese la sua vita breve e complicata.

Era nato da Amalrico I di Gerusalemme e da Agnese di Courtney. Ebbe pochi contatti con la madre, dato che il matrimonio dei genitori era durato poco. Quindi visse la sua vita soprattutto con il padre e con la sorella maggiore Sibilla.

Baldovino fu educato da Guglielmo, futuro arcivescovo di Tiro.

Fu proprio il mentore del ragazzo che si accorse prima di tutti della malattia del ragazzo, poiché quando gli veniva pizzicato il braccio destro egli non sentiva dolore alcuno. A dire il vero, il tutore di Baldovino aveva pensato in primis ad una grande resistenza al dolore, ma verso i nove anni Baldovino cominciò lentamente a perdere l’uso del braccio destro. Allora fu nota a tutti la terribile notizia: il ragazzo, seppur giovanissimo, era affetto da una delle malattie più letali del tempo: la lebbra

Nonostante la malattia che lo consumava, Baldovino salì al trono alla morte del padre, nel 1174.

Il re lebbroso aveva solo 13 anni, per questo furono nominati due reggenti: il primo fu Milo di Plancy, il secondo fu Raimondo III di Tripoli, il quale stipulò un trattato di pace con il sultano fatimide Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb, Saladino, per assicurarsi la sicurezza della Terrasanta.

Raggiunta la maggiore età, ovvero i 14 anni, Baldovino salì di fatto al trono.

Data la sua malattia, nessuno si aspettava che il suo regno sarebbe durato a lungo, per cui si cercò immediatamente un successore.

Baldovino decise che come eredi avrebbe avuto sicuramente la sorella Sibilla o la sorellastra Isabella.

A Baldovino non importò del trattato stipulato dal reggente Raimondo con i musulmani e sotto la pressione dei bizantini, appena quattordicenne, organizzò la sua prima spedizione militare contro i fatimidi.

 In particolar modo Baldovino mirava all’Egitto, il cuore del sultanato di Salah al-Din.

La spedizione subì moltissimi ritardi: partì quando Baldovino era ormai sedicenne, ancor più ammalato e sofferente.

Saladino aveva un esercito che contava un numero complessivo di quasi 26.000 uomini, mentre il Re Lebbroso ne aveva appena 1.400. Uno scontro molto sbilanciato, ma la fortuna sorrise a Baldovino e ai suoi cristiani: il 25 novembre 1177 i musulmani, certissimi di vincere, cominciarono a saccheggiare l’intero territorio del regno di Gerusalemme. Durante il saccheggio vennero colti alla sprovvista dall'esercito crociato che travolse gli invasori nei pressi di Montsigard, arrivando quasi all’uccisone del sultano stesso.

La battaglia fu condotta da Baldovino in persona, che combatteva e comandava in uno stato di paralisi, semisdraiato sul suo cavallo.

Il Re Lebbroso non era invincibile.

Correva l’anno 1179, il 10 giugno il re dovette accorrere sulla frontiera del Nord per rispondere alle scorrerie di alcuni cavalieri saraceni. Le truppe del sultano intercettarono i cristiani nei pressi di MarjʿUyūn. Qui, il re fu disarcionato dal suo cavallo e salvato dalla sua guardia del corpo.

Così sfuggì alla prigionia musulmana.

L’ultima grande battaglia tra i cavalieri di Baldovino e le truppe di Saladino avvenne presso la roccaforte di Kerak, nella quale si stava celerando il matrimonio tra Isabella, la sorellastra di Baldovino, e Unfredo IV di Toron.

Il sultano attaccò e cinse d’assedio la fortezza, la quale resistette all’assedio solo grazie all’intervento dell’esercito cristiano guidato da Baldovino stesso, che riuscì a spezzare l’assedio mandando in rotta le truppe islamiche. Baldovino, tuttavia, si rifiutò di inseguire i nemici, dimostrando un grande rispetto verso Saladino. Il sultano, da parte sua, inviava periodicamente a Gerusalemme i suoi medici migliori per assistere il re nella speranza di aiutarlo a guarire o quantomeno alleviarne le sofferenze.

Nel tempo, le operazioni militari condotte da Baldovino lo indebolirono al punto che, all’età di 24 anni, il Re Lebbroso morì, sopraffatto dalla lebbra che lo affliggeva da 14 anni. Era il 16 marzo 1185.

Melfi, venerdì 28 giugno 2024

Salvatore Brindisi

Francesco Verderosa