Insegnare significa orientare la vita

domenica notte, Melfi 26 maggio 2024

Ho letto il tema del Convivium Galileianum che si è svolto sabato 18 maggio: l'eterno dialogo con la luna.

Sono partiti i ricordi, ricordi di scuola e di vita.

Leggendo questa definizione, l'eterno dialogo con la luna, la luna nel mio pozzo, mi trovo ad analizzare la sua essenza profonda. La luna per me è simbolo di introspezione e connessione con la natura. Tuttavia, mentre apprezzo l'approccio poetico, mi interrogo sulla concretezza di questa relazione.

La luna, sì, può ispirare riflessioni profonde e momenti di contemplazione, ma bisogna considerare anche il contesto scientifico e sociale. In che modo la luna realmente influisce sulle nostre emozioni e sul nostro pensiero? Esistono evidenze che supportino questa connessione o è più un riflesso delle nostre percezioni culturali e personali?

Inoltre, c'è da chiedersi se questa romanticismo della luna sia un modo per sfuggire alla realtà o per cercare conforto in un simbolo rassicurante. È importante bilanciare la poesia con la razionalità, esaminando criticamente il nostro rapporto con la natura e con il cosmo.

Infine, rifletterei sul significato più ampio di questo dialogo con la luna. Che ruolo ha nella nostra ricerca di significato e nel nostro sviluppo personale? E in che modo possiamo integrare questa esperienza poetica nella nostra vita quotidiana, senza perderci in un'idealizzazione irrealistica?"

Questa riflessione mi permette di esaminare il tema senza influenze esterne, concentrandomi sulle mie osservazioni e sulle domande personali.
Pensiamo al ruolo degli insegnati che orientano la vita di chi studia e poi è un cittadino e lavora.
Il maestro Pietro mi ha definito Lo Scienziato. Oggi studio e promuovo l'uso consapevole dei Modelli di Linguaggio. Che io sappia ho concepito, ho creato ed ho messo online il primo chatbot IA di una scuola italiana. Non mi interessa la pubblicità, mi serve farmi capire.
Alle medie la signorina Berardi mi ha fatto studiare la vita dei musicisti Classici. Non ne capivo il senso. Mi piaceva cantare in coro con i compagni e volevo imparare a suonare.
La signorina Berardi, anziana professoressa di musica, mi ha fatto crescere, ha migliorato il mio percorso di vita quando mi ha detto: 'Sei la mia formichina pignola".
Del mio amato prof. Artista, prof. Ermenegildo Collesi, che con la scusa di chiedergli aiuto inducevo a disegnare per me cose bellissime che poi firmavo e luo valutava con voto alti. 
Nel mio Studio ho i suoi libri, i suoi disegni. A Corona, nella casa di campagna dove sono cresciuto, c'è un quadro su vetro firmato da me e disegnato da lui.
Un professore di lettere al liceo, ha letto ad alta voce il mio compito su Leopardi e Alla Luna a tutta la classe. Ha fatto male, mi ha ceduto il suo posto.
Al Liceo, leggere Giacomo Leopardi senza una guida critica che mi orientasse nelle scelte mi ha fatto soffrire.
All'Università ho imparato tanto dalla dottoressa Paradiso, al corso di storia della tradizione classica. Mi ha fatto scoprire i Dialoghi con leucò. Quel corso lo seguivamo in due, io e la mia compagna Valentina.
La dottoressa Paradiso, è stata la mia maestra presso la facoltà di Lettere Classiche.
La professoressa Lucifora, è ler me ancora un contatto importante con l'accademia lucana.
Fare i nomi è importante. I nomi firmano un destino.
Orientare la vita è il primo compito di un insegnante.
Questo mi ha insegnato il porf. Claudio Leonardi, quando mi ha accolto alla Certosa del Galluzzo, mi ha stretto la mano, e mi ha detto "Salve, io sono il capo".
Oggi dico la stessa cosa quando accolgo i nuovi studenti al CPIA.
Con quella stretta di mano, Claudio Leonardi mi ha aperto porte nuove. Le porte del mondo. E sono cresciuto tanto. 
Guardavo la luna nel pozzo, ora guardo il cielo stellato dentro di me.

Francesco