Noi siamo Ulisse: noi siamo Nessuno

Roma, martedì 11 giugno 2026
Cara Bea, cara Gea,
vi scrivo questa lettera dal lontano porto di Ottavia, un luogo che sembra fatto di sogni e incubi, tanto è diverso da casa nostra.
La guerra è finita, ma la strada del ritorno sembra più lunga di quanto avessi mai immaginato. Ogni giorno mi trovo a navigare acque sconosciute, affrontare venti contrari e cercare risposte alle domande che la mia mente stanca continua a porre.
Bea, mia cara sposa, la tua immagine mi accompagna ogni notte, come una luce che guida il mio cammino.
Penso a te mentre maneggio il timone, cercando di ricordare il calore della tua mano nella mia, la tua risata che risuona nella nostra casa.
Questo viaggio mi ha messo alla prova in modi che non avrei mai immaginato, ma è il pensiero di tornare da te che mi dà la forza di affrontare ogni nuova sfida.
Gea, mia dolce figlia, tu stai crescendo forte e coraggiosa.
Immagino i tuoi occhi pieni di curiosità e speranza, esplorando il mondo che ti circonda.
Mi manca vederti crescere, insegnarti le cose che ho imparato e vedere il mondo attraverso i tuoi occhi giovani e pieni di meraviglia.
Ti prometto che tornerò, e insieme potremo condividere le storie delle mie avventure.
La lontananza mi insegna ogni giorno la pazienza e la perseveranza.
Ci sono momenti in cui mi sembra di essere vicino a casa, solo per essere spinto indietro dalle tempeste.
Non mi arrendo.
Ogni onda che infrange la prua della mia nave mi ricorda che devo continuare a lottare, per voi, per noi.
Vi chiedo di avere fede e di mantenere viva la speranza nel vostro cuore. Anche se sono lontano, il legame che ci unisce è più forte di qualsiasi distanza.
Ogni stella che brilla nel cielo mi parla di voi, e ogni alito di vento mi porta il vostro amore.
Vi amo immensamente e non vedo l'ora di riabbracciarvi.
Con tutto il mio amore,
Nessuno