Olimpiadi

Autostrada del Mediterraneo, sabato 3 agosto 2024

Antiche olimpiadi e contemporanee hanno in comune un principio: unire la civiltà riunendo gli atleti, oggi anche donne, e con loro i popoli da cui nascono.
Dopo mille anni di esistenza, per il Codex Theodosianus furono abolite le Olimpiadi antiche: erano roba vecchia, forse.
Mille e cinquecento anni dopo, il barone De Coubertin, un visionario, creò le Olimpiadi contemporanee.
Ora come allora, tutti noi non possiamo non sapere ciò che accade ai giochi.
Al cellulare, in televisione, alla radio vediamo e sentiamo che a Parigi si è riunito il mondo.
Mentre giornaliste e giornalisti raccontano vittorie, storie e sconfitte, atlete ed atleti in gara, con il loro entusiasmo e con la loro fatica, testimoniano che l'incontro dei popoli, tra differenze e contrasti, è possibile oggi più che in passato.
Ed ecco, allora, il mio epinicio capovolto va a chi arriva per ultimo, o non tra i primi, ma è felice perché ha vinto un'esperienza per pochi.
Stiamo a casa e guardiamo il podio, ma tra un podio e l'altro c'è un mondo di ragazze e di ragazzi che ce l'hanno messa tutta e che ci rappresentano tutti, con pregi e difetti.
E quando dico tutti dico il mondo intero.
Le Olimpiadi a me insegnano l'ottimismo storico: l'importante, in queste come in tutte le Olimpiadi, non è tanto vincere, quanto parteciparvi. A Parigi e a casa nostra, per comprendere il valore dell'incontro e del cosmopolitismo.
Francesco Verderosa