Onestà

Capo Vaticano, domenica 28 luglio 2024

The truth is rarely pure and never simple. 
― Oscar Wilde, The Importance of Being Earnest

Il mio caro Marco, dico Tullio Cicerone, ha provato a spiegarmi che il primo principio che la natura ha dato a tutti gli esseri viventi è di proteggere se stessi e il proprio corpo, che a differenza delle bestie, absit inuria verbo, l'uomo che ha la ragione dalla sua e dunque (almeno in teoria, dico io) "comprende le conseguenze, vede le cause delle cose, non ignora ciò che è avvenuto prima e che avverrà dopo, confronta le somiglianze e collega e associa le cose presenti con quelle future, vede facilmente l'intero corso della vita e prepara le cose necessarie per viverla".
Tullio, l'amico mio, nel De Officiis, e io, qui, dove vogliamo arrivare?
Seguici.
L'uomo, unico tra gli animali, per quanto ne sappiamo, ragiona.
L'uomo è pur sempre un animale e la ragione fa parte della sua natura di animale, se proprio vogliamo, evoluto.
La nostra ragione naturale, naturalmente, ci spinge a occuparci in primis di noi stessi, figli e famiglie, e nel farlo, naturalmente, a ricercare la vita associata e preservare la società costituita.
Vogliamo scomodare Aristotele? E scomodiamolo! L'uomo è o non è un animale sociale?
Certo, lo è.
Qui Cicerone, come è noto, si spiega meglio di me. Leggiamocelo.
De officiis, I, 13. Lo trovi anche tu in rete, è facile. Se proprio devi, anche in traduzione.
Fatto? Bene.
Cerchiamo la verità perché è nella nostra natura, se abbiamo garantito a noi la vita, il benessere e la prosecuzione della specie.
Ciò che è verum, simplex sincerumque è la cosa più adatta alla natura dell'uomo.
Vero, semplice e puro.
Tre parole scomode. Verità è una parola troppo grande per essere esaurita qui. Semplice e puro, cioè bello. Sincerus vale anche onesto. 
Ed è li che io e Tullio mio vogliamo andare a parare. Seguiteci ancora.
"Nec vero illa parva vis naturae est rationisque, quod unum hoc animal sentit, quid sit ordo, quid sit quod deceat, in factis dictisque qui modus."
Vabbè ve lo dico io, a modo mio, che ha detto: la grande forza della natura e della ragione è che solo questo animale (detto portando la mano al petto in modo teatrale), questo animale solo sente quale sia l'ordine, quale sia ciò che si addice, quale sia il modo, la misura nei fatti e nelle parole.
Bello Cicerone, vero? A me è sempre piaciuto.
Ora tagliamo corto, però.
Sintesi: dalla natura l'uomo, animale dotato di ragione, trasforma la bellezza sensuale in bellezza di pensieri e di azioni. 
Uniamo verità e bellezza: questa è l'onestà. 
Oscar Wilde, a questo punto, sta avendo un attacco epilettico nella tomba.

Quando un mio amico mi ha parlato del valore dell'onestà, ed è uno che se ne intende, non avevo idea che sarei scivolato verso il concetto di bellezza. E poi grazie a chi, proprio al romanissimo Cicerone mio, che altrove nel De Officiis cita il mio altro maestro dal passato, Platone. 
Grosso libro grosso danno, mi fermo qui. Ma sarà interessante riscoprire come il maestro dell'Accademia tratta il tema dell'onestà, la sua διϰαιοσύνη.
Eccoli qui, i nostri compiti a casa.
Francesco Verderosa