Rastrellamento nazista: la scelta di un padre romano

 Oggi ho avuto in dono un "pizzino", un foglietto manoscritto adespoto e anepigrafo di cui di seguito fornirò la trascrizione con lievi interventi limitati alla punteggiatura e ai segni diacritici.
  Leggere quello che c'è scritto mi ha fatto molto riflettere sul tema della scelta e delle conseguenze imprevedibili che essa può comportare.
   Nelle situazioni estreme, la scelta consapevole si manifesta non solo come una decisione razionale, ma spesso come una reazione istintiva e profondamente umana di protezione e sacrificio.
   La decisione di chi proteggere quando si è sotto minaccia, per esempio, può rivelare le priorità più intime e istintive di una persona.
   Trovarsi a fare una scelta difficile, come decidere, ad esempio, quale dei figli uccidere sotto la minaccia delle armi, porta un genitore a scegliere di sacrificare il più piccolo, ritenuto meno in grado di resistere.
   Tuttavia, l'improvviso scoppio di un bombardamento permette di sottrarre tutti al pericolo, salvando ogni vita.
   Questo gesto negato rivela la profondità del conflitto interiore e la sofferenza che tale scelta impone.
   In questa narrazione continua, la vita si muove in avanti, sempre in lotta, un ciclo perpetuo di dolore e resilienza, un moto arduo che ognuno deve affrontare senza sosta. Ciascun momento di crisi lascia dietro di sé un'ombra, un segno indelebile che segue e definisce l'esistenza.
   Di seguito, in corsivo, la trascrizione:

   Un ragazzo di 11/12 anni, ultimo di 5 figli. Una femmina che aiuta nei lavori domestici, il primogenito combattente nella Campagna d'Africa.
   Il ragazzo sta lavorando nei campi con il padre e gli altri tre fratelli, quando arrivano due camion militari dai quali scendono cinque soldati. Uno di essi, il comandante, dice che è in corso un rastrellamento e che uno di loro deve andare con loro.
   Il padre, mio nonno, si trova a fare una scelta difficilissima: quale dei figli mandare? Sotto la minaccia delle armi, decide di mandare con loro il ragazzo più piccolo, mio padre.
   La scelta ricade su di lui perché i fratelli erano più grandi e quindi mio nonno preferisce tenere con sé i figli più forti, braccia forti per lavorare la terra.
   Il ragazzo grazie ad un bombardamento inglese riesce a saltare giù dal camion e scappando si dà alla macchia. Rivede la famiglia dopo mesi.
anonimo

   Riflessione sulla Scelta Consapevole in Momenti Critici
La scelta consapevole, specie in condizioni di estrema pressione, è un paradosso di vulnerabilità e forza.
   Spesso ciò che scegliamo in questi momenti non solo definisce il nostro carattere, ma illumina anche i nostri valori più profondi, quelli che guidano le nostre azioni quando poco altro ha senso.     In definitiva, queste decisioni tracciano il percorso della nostra umanità e della nostra resilienza, testimoniando la capacità di adattarsi e di sopravvivere nonostante le avversità.
   Ho generato l'immagine per presentare questo testo sulla scelta presentando i protagonisti all'ombra di un albero di mele newtoniane: le mele sono una metafora della situazione improvvisa e imprevista e un invito ad adottare approcci meno diretti nella gestione dei conflitti.
   Suggerisco che talvolta la resistenza passiva o una strategia più riflessiva possa essere la soluzione più saggia.
   L'aggressività non è sempre la risposta, e il supporto possa arrivare nei momenti più naturali e meno attesi.
   Roma, lunedì 10 giugno 2024
prof. Francesco Verderosa