Waltharius

In un'era lontana, dove le leggende si intrecciano con la realtà e i re regnano su terre bagnate dal sangue e dall'ambizione, Attila, re degli Unni, comanda alle sue schiere di muovere verso i regni di Francia, Borgogna e Aquitania.

I sovrani delle terre minacciate, cedono alla pressione degli Unni, decidendo di scendere a patti: in cambio della pace e per salvare territori, popoli e città, consegnano tre giovani ostaggi.  

Nel regno dei Franchi, il re Gibicho, col cuore diviso tra la gioia della recente nascita di suo figlio, Gunther, e l'ombra imminente dell'invasione, così decide: il neonato Gunther era troppo tenero e non aveva ancora raggiunto l'età in cui avrebbe potuto sopravvivere senza la mamma, così fu deciso di mandare come ostaggio Hagen, un giovane nobile discendente dall'antica stirpe troiana.

Ad Hagen, che brillava per il suo coraggio e il suo valore ineguagliabile, fu affidato un grande tesoro da portare come tributo al re Attila.

Per l’antico regno di Borgogna, governato da Heriricus che aveva forgiato un impero su misura per la sua unica figlia, Hiltgunt, partì in ostaggio proprio la principessa, celebre per la sua nobiltà e la bellezza che risplendeva come una stella nel firmamento.

Sul trono degli Aquitani sedeva Alphere, circondato da una corte che risplendeva di gloria e ricchezze. Il re aveva un figlio maschio di nome Waltharius, il cui spirito indomito rispecchia la promessa di un futuro luminoso. Heriricus, sovrano della Borgogna, e Alphere avevano giurato di unire i loro figli in matrimonio, un patto destinato a cementare le loro terre in un'alleanza indissolubile. Fu naturale che l’erede al trono d’Aquitania partisse con gli ambasciatori carichi di tesori.

Attila, soddisfatto di ciò che aveva ottenuto, tributi, sottomissione ostaggi e tesori, tornò alla sua reggia in Pannonia. Lì educò i giovani come fossero suoi figli naturali: Hagen e Walther furono istruiti alla guerra, diventando capi militari, Hiltgunt fu istruita dalla regina Ospirin, della quale divenne ancella e custode del favoloso tesoro degli Unni.

La vita nella reggia procedeva tranquillamente e fu così per molti anni, finché l’equilibrio fu rotto dal nuovo re di Borgogna, Gunther, da poco salito al trono.

Gunther aveva deciso di smettere di pagare Attila, rompendo il patto stipulato ai tempi del padre. Appresa questa notizia, Hagen, fedele al suo vincolo di vassallo del re di Borgogna, si precipitò verso la terra patria con un pugno di soldati, abbandonando la reggia del re Unno.

La regina Ospirin è preoccupata: Walther, visto il successo della fuga del “fratello”, proverà a realizzare un’impresa simile.

La fuga di Waltharius avrebbe gettato l’esercito Unno in una crisi profonda. Ospirin ebbe un’idea: propose a suo marito di legare con un matrimonio Walther alla popolazione unna. Erano tante le donne pronte a scarificarsi per il giovane guerriero.

Waltharius rifiutò fieramente il matrimonio combinato, poiché era già impegnato in un’altra combinazione, impreziosita da un amore sincero: la relazione con la principessa Burgunda Hiltgunt, la quale ricambiava il suo amore.  

I due promessi sposi organizzano una fuga. Quel posto in fondo era a loro estraneo.

Organizzano uno sfarzosissimo banchetto in onore degli Unni. Questi si divertono e si ubriacano a tal punto da cadere in un sonno profondo. A questo punto Waltharius e Hiltgunt prendono dalle stalle il migliore dei destrieri, Leone e cavalcano verso casa.

La prima a scoprire l’inganno fu la regina Ospirin, che lo disse ad Attila. Il sovrano reagì impazzendo completamente: non mangiava, non dormiva, era un uomo distrutto.

Dopo quaranta giorni di viaggio, i viandanti innamorati giungono a Worms per oltrepassare il Reno, pagando un traghettatore con dei pesci pescati durante il percorso.

 Oltrepassato il fiume, gli amanti raggiungono la catena montuosa dei Vosgi. Il traghettatore che li aveva accompagnati, invece, portò i pesci con cui fu pagato a un cuoco, che li cucinò per il re Gunther e il fratello d’armi Hagen. I due, curiosi di sapere da dove i pesci venissero, lo chiesero al cuoco, che a sua volta lo chiese al traghettatore, che raccontò ai nobili la storia dei viandanti.

Ascoltando la descrizione, Hagen riconobbe Waltharius, mentre Gunther, a cui era giunta la voce che due viandanti si aggiravano nei suoi territori con un tesoro immenso, in preda a un attacco di avidità e crudeltà, si organizzò per cercare Hiltgunt e Waltharius, che nel mentre si erano rifugiati nei monti facendo la guardia a turni.

Durante un turno di guardia, la giovane indicò a Waltharius la presenza di un manipolo che si avvicinava in maniera lesta. Waltharius pensò di rassicurare la fidanzata e le disse che quegli uomini armati erano venuti a salvarli: si sbagliava di grosso.

Gunther mandò avanti un suo guerriero, Camalone, a trattare con Walther per la consegna pacifica del tesoro che gli amanti portavano con loro, ma Waltharius rifiutò, provocando così uno scontro tra gli undici campioni del re e il nostro eroe.  

I guerrieri franchi, nonostante il loro valore, caddero uno ad uno ai piedi di Walther.

 Il re Gunther, vedendo la strage dei suoi, si rivolse a Hagen. Costui però era contrario alla lotta: sapeva del valore in battaglia del loro avversario e in un sogno premonitore aveva sognato che un orso, combattendo contro lui e il suo re, menomava entrambi i combattenti. Gunther perdeva una gamba e Hagen un occhio .

Il re non si curò dei consigli del suo suddito, che si sentì costretto a combattere a fianco del suo sovrano.

Il sogno di Hagen si realizzò: durante il combattimento Gunther perse una gamba, lui un occhio e Walther fu ferito alla mano destra, di cui perse l’uso.

Hagen, all’inizio della battaglia, aveva tentato un’ultima disperata mediazione, ricordando a Waltharius i tempi della convivenza nella reggia di Attila, ma il guerriero aquitano era indispettito dal fatto che il franco avrebbe potuto rifiutarsi di combattere contro di lui e non l’aveva fatto, preferendo il vincolo verso il suo re all’amicizia che li legava.

Comunque, dopo aver concluso che la battaglia non avrebbe portato nulla di buono né per gli uni né per l’altro, i tre guerrieri si fermarono e le loro ferite vennero curate da Hiltgunt.

La battaglia, quindi, si risolse senza vincitori né vinti, ma fu la fine dei combattimenti: i guerrieri tornarono amici.

Terminata la convalescenza, gli uomini si spartirono il tesoro in tre parti, una per ciascuno, e fecero ritorno ognuno nella propria patria. In Aquitania, Waltharius e Hiltgunt trovarono nozze felici e soprattutto, finalmente, la pace.

Salvatore Brindisi
Francesco Verderosa
lunedì, 5 agosto 2024